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pianoforte a coda

il pianoforte

 

Il pianoforte Ã¨ uno strumento musicale a corde percosse mediante martelletti azionati da una tastiera.

La tastiera Ã¨ composta da 88 tasti, 52 di colore bianco e 36 di colore nero. I tasti bianchi rappresentano le note: do, re, mi, fa, sol, la, si. I tasti neri, invece, individuano le alterazioni (note bemolli e quelle diesis). Il pianoforte è il più diffuso strumento appartenente aicordofoni a corde percosse, altri membri sono il clavicordo, oggi limitatamente utilizzato, e il fortepiano, progenitore del pianoforte.

L'origine della parola pianoforte Ã¨ italiana ed è riferita alla possibilità che lo strumento offre di suonare note a volumi diversi in base al tocco, possibilità negata invece da strumenti precedenti quali il clavicembalo.

Anche mediante l'intervento sui pedali, che azionano particolari meccanismi, l'esecutore può modificare il suono risultante.

Chi suona il pianoforte viene chiamato pianista.

 

Struttura del pianoforte

In quanto strumento dotato di una tastiera e di corde, il pianoforte è simile al clavicordo e al clavicembalo, dai quali storicamente deriva. I tre strumenti differiscono nel meccanismo di produzione del suono:

  • nel clavicembalo, le corde vengono pizzicate da un plettro posizionato su un'asticella che si alza quando il tasto viene abbassato, non permettendo così di "colorire" il suono;

  • nel clavicordo, le corde vengono colpite da tangenti che possono rimanere in contatto con la corda stessa per la durata dell'azionamento del tasto;

  • nel pianoforte, le corde sono colpite da martelletti che immediatamente rimbalzano, permettendo quindi alla corda di vibrare liberamente, fino al rilascio del tasto che provoca l'intervento dello smorzatore.

  • Il primo modello di pianoforte fu messo a punto da Bartolomeo Cristofori, padovano alla corte fiorentina di Cosimo III de' Medici, a partire dal 1688. Per la precisione era un "gravicembalo col piano e forte", chiamato verso la fine del Settecento con il nome "fortepiano". La novità era l'applicazione di una martelliera al clavicembalo. L'idea di Cristofori era di creare un clavicembalo con possibilità dinamiche controllabili dall'esecutore; nel clavicembalo infatti le corde pizzicate non permettono di controllare la dinamica (anche per questo motivo, pianoforte e clavicembalo non appartengono alla stessa sottofamiglia).

    Uno dei primi problemi che si presentò fu quello dello scappamento che fu perfezionato da Cristofori nel 1720.

    Il fortepiano non ebbe successo in Italia, ma l'idea finì molti anni dopo in Germania, dove il costruttore di organi Gottfried Silbermannnel 1726 ricostruì una copia esatta del pianoforte di Cristofori, che sottopose al parere di Johann Sebastian Bach, che ne diede un parere fortemente critico; successivamente, probabilmente a seguito dei miglioramenti tecnici apportati da Silbermann, lo stesso Bach risulta però aver personalmente favorito la vendita di alcuni pianoforti del costruttore, come risulta da un vero e proprio contratto di intermediazione firmato nel 1749. I pianoforti di Silbermann piacquero molto a Federico II di Prussia, che per arricchire i propri palazzi ne comprò sette per 700 talleri (secondo la testimonianza di Johann Nikolaus Forkel, Federico acquistò negli anni più di 15 pianoforti Silbermann).

    Alla bottega di Gottfried Silbermann si formò André Stein, che dopo essersi reso indipendente perfezionò ad Augusta, in un proprio stabilimento, i sistemi dello scappamento e degli smorzatori. Nel 1777 ricevette la visita di Wolfgang Amadeus Mozart, il quale fu molto entusiasta delle infinite possibilità espressive dello strumento. I figli di Stein si trasferirono in seguito a Vienna dove crearono una fabbrica di fortepiani.

    I primi "pianoforti verticali" furono creati forse nel 1780 da Johann Schmidt di Salisburgo e nel 1789 da William Southwell di Dublino.

    Nel 1861 i torinesi Luigi Caldera e Ludovico Montù inventarono il melopiano, ovvero un pianoforte dotato di motore con carica a manovella.[1]

    I costruttori francesi più famosi furono Sébastien Érard e Ignace Pleyel, i più grandi produttori di pianoforti dell'Ottocento.

    All'inizio del XX secolo la Steinway & Sons di New York brevettò il pianoforte con il telaio in ghisa e divenne il maggior produttore mondiale di pianoforti di qualità.

    Un valido costruttore italiano di pianoforti è stato Cesare Augusto Tallone. Attualmente, il costruttore italiano che è assurto a rinomanza mondiale è Fazioli.

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