la chitarra
La chitarra è uno strumento musicale cordofono, che viene suonato con i polpastrelli, con le unghie o con un plettro.
Il suono è generato dalla vibrazione delle corde, che sono tese al di sopra del piano armonico che, a sua volta, poggia sulla cassa armonica che amplifica il suono. Le corde sono tese tra il tiracorde, fissato sul ponticello, ed il capotasto, essendo fissate tra il ponticello e le meccaniche poste sulla paletta. Sul manico, la tastiera consente di accorciare la lunghezza della parte di corda vibrante e di suonare la nota o le note desiderate premendo la corda stessa appena dietro il rispettivo tasto.
La chitarra ha origine non dal liuto, al contrario di quanto alcuni suppongono erroneamente, ma dalla chitarra barocca.
La chitarra di tipo spagnolo o andaluso ha sei corde, ma spesso esistono delle variazioni, ad esempio in Brasile è in uso un tipo di chitarra a 7 corde. Un'altra variazione comune è la chitarra a dodici corde, che però porta la medesima accordatura replicata in ottava da corde accoppiate più sottili. L'accordatura più comune, nota come accordatura spagnola, è Mi-Si-Sol-Re-La-Mi, dalla corda più acuta alla più grave; nell'uso anglosassone, invece, solitamente la si indica come accordatura EADGBE, dalla corda più grave alla più acuta[1]. Questa accordatura, in cui l'intervallo tra due corde adiacenti è di una quarta giusta (tranne che tra seconda e terza corda, che distano di una terza maggiore), si è imposta per ragioni storiche e per la sua praticità nel formare accordi mediante posizioni della mano sinistra non complicatissime. Esistono anche accordature aperte, ad esempio l'accordatura sarda, in cui le corde a vuoto suonano un Do maggiore, e le accordature alternative. Queste accordature vengono usate in alcuni particolari generi musicali. Inoltre molti compositori prescrivono particolari accordature per l'esecuzione di singoli brani.
Di solito la mano sinistra preme le corde sul manico, mentre la destra pizzica le corde facendole vibrare. Esistono tuttavia esempi di chitarristi che tengono il manico con la mano destra; alcuni di questi scelgono di non invertire nemmeno l'ordine delle corde.
Una prima divisione tra le chitarre riguarda il diapason[2], cioè la distanza tra capotasto[3] e ponticello[4]; vi sono infatti tipi di chitarre dette 3/4, 1/2, baritono, tenore, ecc.
Va, in ogni caso, tenuto presente che anche tra le chitarre di taglia normale (4/4) il diapason presenta una certa variabilità : ad esempio, nell'ambito delle chitarre classiche di attuale produzione il diapason standard misura 650 mm, ma spesso i modelli di livello medio-alto od alto si possono ottenere, in alternativa, con diapason più lungo o più corto: 664 mm[5]; 660, 640, 630 mm[6]; 660 o 640[7]; 655 mm; ecc.
Le chitarre possono essere suddivise innanzitutto in due categorie, a seconda del modo in cui viene amplificato il suono delle corde in vibrazione:
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acustiche, con un corpo vuoto a formare la cassa armonica, quando è principalmente prevista un'amplificazione che sfrutti le naturali proprietà della fisica del suono, secondo un tipo di amplificazione che potremmo definire meccanico;
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elettriche, con un corpo pieno e solido, e manico rinforzato da un'anima (in genere d'acciaio, chiamata truss rod), poiché sono munite di corde metalliche; è necessario l'ausilio di un'amplificazione elettrica, tramite collegamento a una cassa acustica o a un amplificatore che funzionano a corrente elettrica; il suono acustico di una chitarra elettrica a corpo solido è molto debole e poco percepibile, data l'assenza di cassa di risonanza; è usata massicciamente nel blues, nel rock and roll, nel country, nel jazz, nel jazz-rock, nella fusion, e nel metal.
Esistono inoltre vari ibridi:
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chitarre acustiche elettrificate (fatte per suonare anche acusticamente, ma che montano sistemi elettronici per riprodurre il suono acustico anche attraverso un amplificatore e consentire quindi di rendere il suono chiaro e udibile anche in grandi ambienti occupati da molte persone);
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chitarre elettriche a "piezo" (il sistema di amplificazione utilizzato per riprodurre un suono che assuma certe caratteristiche tipiche della chitarra folk):
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chitarre elettroacustiche a "magnete" (il sistema di amplificazione tipico delle chitarre elettriche);
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chitarre "semiacustiche", con cassa di risonanza, amplificate tramite magnete, e con due "f", come il violoncello, al posto della buca: il suono è principalmente elettrico, ma con delle dinamiche che ricordano quelle di una chitarra acustica; storicamente il primo tipo di chitarra elettrica, derivata dalle archtop acustiche degli anni venti; è il tipo di chitarra elettrica di solito preferito nel jazz.